IL GENIO ITALIANO DEL PROBLEM SOLVING

Gli americani, nel loro pragmatismo esasperato, sono spietati, anche quando si parla di problemi: o sei parte della soluzione o parte del problema stesso.

Noi italiani, che, storicamente ed abitualmente, nella vita quotidiana amiamo le distinzioni nette e contrapposte (monarchia / repubblica, Bartali / Coppi, destra / sinistra), quando abbiamo a che fare con un problema, specie in ambito aziendale o pubblico, ci accontentiamo della via di mezzo: rimandarne la soluzione, rassicurati dalla saggezza popolare (“problema rinviato mezzo risolto”) oppure, peggio, affrontare il problema senza risolverlo.

Perché? La risposta definitiva non ce l’ho e, forse, non basterebbe un libro per descriverla (figuriamoci un post), ma possiamo fare delle ipotesi: risolvere i problemi richiede tempo, fatica, energie, risorse. Tutte cose che spesso non abbiamo. Ma, soprattutto, richiede delle scelte, con i relativi pro e contro. E allora? La via di mezzo, più rassicurante, anche se il problema persiste. D’altronde, in questo mondo imperfetto, chi non ne ha?

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