HAI CORRETTO UN PROBLEMA? NON DIMENTICARE L’AZIONE CORRETTIVA!

Sarà capitato anche a te: c’è un problema (supponiamo in produzione), ci sono dei pezzi prodotti “non conformi” (ma il concetto si può generalizzare a tutti i processi), si recuperano i pezzi tramite una “ri-lavorazione” e si riprende la produzione. Fino ai prossimi pezzi non conformi. Un continuo “sbagliare-correggere-sbagliare”.

Perché? Il motivo è semplice: generalmente l’azione si limita alla “correzione” del problema, ossia al recupero dei pezzi difettosi, al fine, sacrosanto, di ridurre gli scarti. Ma non viene fatta “l’azione correttiva”, ossia la rimozione della “causa radice” che quel problema ha generato.

Perché? Perché la rimozione della causa radice è un’attività faticosa, che richiede un investimento di energie e tempo che pochi sono disposti ad effettuare, sebbene il mantenimento della situazione attuale sia ben più dispendiosa. Ma almeno è nascosta nell’inefficienza generale della fabbrica o dell’azienda. Insomma, occhio non vede…

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