Le novità introdotte dall’ultima revisione della norma ISO 9001:2015 non costituiscono, per le aziende che sono sul mercato da tempo e, quindi, hanno già sviluppato una gestione del business secondo oculata e attenta (da “buon padre di famiglia” si sarebbe detto un tempo).
Tale oculatezza fa sì che i nuovi requisiti della norma non colgano alla sprovvista aziende che, per il fatto di essere sul mercato, tali requisiti già li soddisfano. Il caso più eclatante ed emblematico è la gestione del rischio: se l’azienda non ha implementato una gestione del rischio degna di questo nome, sicuramente sarà già stata spazzata via dal mercato e / o dagli eventi che ultimamente anno sconquassato la storia e le nostre vite: la crisi finanziaria dei subprime del 2007 e 2008, con la conseguente recessione mondiale degli anni successivi; la pandemia del 2020; il rincaro dei materiali dall’anno successivo; la guerra Russia-Ucraina del 2022, con il successivo risveglio dell’inflazione, che persiste anche nel 2023, eccetera.
Ci si chiederà: perché la ISO è così lenta a definire nuovi standard adeguati alla situazione economica, sociale, geopolitica? La spiegazione è semplice: nel board della ISO siedono più di 150 nazioni e la sua velocità decisionale ricorda i vecchi diesel di una volta: ad avviamento lento. Basti pensare che il ritardo con cui vengono promulgate le leggi in Italia fa sì che spesso le renda già superate, per trarne tanto magra quanto inutile consolazione: se non riesce ad essere efficiente un governo, come possono esserlo 150 messi insieme?